MOSTRE
Fino al 25 febbraio 2018
GIORGIO MORANDI
GAMeC, Spazio Caleidoscopio
Fino al 25 febbraio 2018 lo Spazio Caleidoscopio della Collezione Permanente della GAMeC ospita il dipinto Natura morta (1941) di Giorgio Morandi.
L’iniziativa nasce dalla collaborazione tra la Fondazione Palazzo Magnani e la GAMeC, che ha contemporaneamente concesso all’istituzione reggiana il prestito del celebre Spitz-Rund di Wassily Kandinsky per la mostra Kandinsky-Cage. Musica e Spirituale nell’Arte.
L’opera, di proprietà di Paola Giovanardi Rossi, ben si presta al dialogo con l’omonimo dipinto di Morandi datato 1959 e conservato nelle sale della Raccolta Spajani, favorendo un’opportunità di confronto tra due differenti periodi, modi di elaborazione e ricerca su uno dei soggetti prediletti dall’artista.
La Natura morta in prestito è stata realizzata negli anni della guerra e presenta tonalità brune quasi monocrome, che caricano di sottile drammaticità la scena. Gli oggetti sono disposti frontalmente, in maniera serrata e compatta; al centro, tra le bottiglie e una brocca, risalta il rosso di una scatola che si ritrova nei piccoli segni sul vaso bianco, unici dettagli decorativi della composizione. Il dipinto del 1959, che il collezionista Gianfranco Spajani donò alla GAMeC nel 1999, fornisce invece una preziosa testimonianza dell’ultima fase pittorica dell’artista: qui emerge il prevalere di tonalità chiare, con forme che sembrano alleggerirsi, fino quasi a smaterializzarsi.
La Collezione Permanente della GAMeC è visitabile tutti i giorni, tranne il martedì, dalle 9:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 18:00, con ingresso libero.
Fino al 6 maggio 2018
RAFFAELLO E L’ECO DEL MITO
GAMeC, Galleria e Spazio Zero
Ha aperto al pubblico il 27 gennaio Raffaello e l’eco del mito, il nuovo progetto della Fondazione Accademia Carrara realizzato in collaborazione con la GAMeC e in coproduzione con Electa/Marsilio.
Partendo dal San Sebastiano dell’Accademia Carrara, l’esposizione – a cura di M. Cristina Rodeschini, Emanuela Daffra e Giacinto Di Pietrantonio – racconta la formazione del maestro urbinate, la sua attività e la sua fortuna.
Preziose opere di Raffaello in prestito dai più importanti musei del mondo, tra cui il Louvre di Parigi, la National Gallery di Londra, il Staatliche Museen zu Berlin – Gemäldegalerie di Berlino, il Metropolitan Museum of Art di New York, il Pushkin State Museum of Fine Arts di Mosca e lo State Hermitage Museum di San Pietroburgo, dialogheranno con opere di grandi maestri dal ‘400 ai giorni nostri.
Oltre venti lavori originali di Raffaello, opere di Memling, Berruguete, Perugino, Pintoricchio, Signorelli, per citarne alcuni, ricostruiscono con rigore uno spettacolare contesto culturale di altissimo profilo, offrendo al visitatore un percorso emozionante che restituisce Raffaello alla dimensione più alta del mito.
Il percorso espositivo si completa di un corpus scelto di opere del Novecento e del XXI secolo realizzate dagli artisti che meglio ne hanno raccolto l’eredità. L’influenza dell’artista urbinate si ritrova infatti nei d’après di Luigi Ontani, Salvo e Francesco Vezzoli, nel tratto di Pablo Picasso, nella magia pittorica di stampo classico di Giorgio de Chirico e Antonio Donghi, nella figurazione celebrativa di Carlo Maria Mariani, nella trasposizione fotografica delle performance di Vanessa Beecroft e nelle fotografie digitali di Mariella Bettineschi. E ancora, nelle opere “impacchettate” di Christo, nelle figure femminili ritratte da Omar Galliani, nella ricerca formale combinata a enigma di Pietro Roccasalva e nei lavori di tre artisti concettuali che dialogheranno con l’opera del Sanzio in un excursus attraverso i secoli: Ettore Spalletti, capace di fare propria l’intimità universale che ha attraversato la storia dell’arte; Luciano Fabro, che evoca uno dei capolavori di Raffaello, e Giulio Paolini, che presenta un’opera inedita realizzata proprio a partire dal San Sebastiano.