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    James Hoff - BLACK BOX
    James Hoff - BLACK BOX
    [= James ===== Hoff ===== BLACK ==== BOX =]
    BACO
    13.05.16 - 12.06.16

    BACO – Project Space
    Via Nazario Sauro, 1 – Bergamo

    Opening: Venerdì 13 Maggio, ore 19.30



        [== LINK ==]

    A cura di Valentina Gervasoni, Stefano Raimondi, Mauro Zanchi
    Con la collaborazione di Elsa Barbieri, Francesca Gamba

    Venerdì 13 Maggio BACO – Project Space, lo spazio dedicato alla promozione e valorizzazione degli artisti più interessanti della scena contemporanea internazionale, è lieto di inaugurare BLACK BOX, la prima personale italiana dedicata all’artista statunitense James Hoff (Fort Wayne, 1975. Attualmente vive e lavora a Brooklyn, New York).

    La mostra presenta i “virus paintings” della serie Skywiper, ossia dipinti realizzati infettando volontariamente immagini digitali attraverso l’innesto di un virus informatico il cui codice, comportandosi come un agente in grado di modificare il processo di composizione dell’opera, ne stravolge completamente l’aspetto, corrompendo e modificando le forme originarie. Il risultato visivo del contagio, successivamente stampato su di un foglio di alluminio, si presenta come una pittura astratta dal forte impatto espressivo, capace di estendere la definizione di arte concettuale verso i nuovi territori dell’interconnettività e delle minacce che la accompagnano.

    L’approccio di James Hoff all’arte è quanto più lontano possibile dall’aspetto fisico e manuale; la sua tecnica è squisitamente concettuale, realizzata attraverso un linguaggio composto da codici distorti, manipolati e riconfigurati con l’obiettivo di interrogare la politica, l’attualità, le sindromi e le patologie della società contemporanea.

    Il termine da cui deriva il titolo della mostra curata da Valentina Gervasioni, Stefano Raimondi e Mauro Zanchi, BLACK BOX, è stato scelto dall’artista in riferimento al computer virus Jerusalem, creato in Italia e programmato per essere scatenato a livello informatico esattamente il 13 Maggio di ventotto anni fa. Una delle caratteristiche principali di questo virus è quella di “disegnare” sullo schermo del computer infetto un black box, una “scatola nera” che simbolicamente riconduce al procedimento creativo messo in atto da James Hoff. La scatola nera può definirsi come un sistema di input/output molto simile a quello utilizzato dall’artista per produrre le sue opere. È presente una fase iniziale di “accesso”, ovvero il virus inserito nell’immagine digitale, una fase intermedia di infezione e mutazione, contenuta all’interno del black box e celata agli occhi dell’osservatore, e infine una fase di “uscita”, traducibile come il dipinto finale presentato in mostra.

    Promossa dalla MIA – Congregazione della Misericordia Maggiore con il sostegno ufficiale della Fondazione Credito Bergamasco, la mostra è organizzata da BACO – Base Arte Contemporanea e realizzata in collaborazione con la GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea e con l’associazione The Blank Contemporary Art.

    BLACK BOX inaugura nell’ambito di The Blank ArtDate – La Città dei destini incrociati (13-14-15 Maggio 2016).
    La VI edizione di The Blank ArtDate, le tre giornate dedicate all’arte contemporanea, è ispirata al romanzo di Italo Calvino “Il castello dei destini incrociati” e ai Tarocchi Colleoni-Baglioni che ne corredano le pagine.
    Il tarocco associato alla mostra di James Hoff è il Diavolo.

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