Dal 31 agosto al 20 settembre 2015
Spazio QUARENGHICINQUANTA
via Quarenghi 50 – Bergamo
La mostra di Quarenghicinquanta è inserita nel programma di Notti di Luce 2015, e quindi nel calendario delle iniziative che l’Unesco ha messo in campo dal 31 agosto al 6 settembre per celebrare il 2015 come Anno Internazionale della Luce, come dichiarato dalle Nazioni Unite. All’Unesco infatti è stato affidato il compito di promuovere nel mondo le varie iniziative intese a celebrare la luce nei campi più disparati: energia, istruzione, medicina, architettura, fotografia, spettacolo.
La luce secondo Keiichi
Keiichi Tahara, 64 anni, è uno dei più importanti fotografi giapponesi contemporanei.
Nasce a Kyoto, ma vive a Parigi dal 1973 ed è qui che comincia ad interessarsi come autodidatta di fotografia ponendo al centro della sua ricerca la luce: “La luce in Giappone è sempre pallida e velata, decisamente diversa dalla luce francese più intensa e penetrante”. “La natura della luce, sono convinto, ha un impatto sul paesaggio, sulle persone e anche sulla lingua che parliamo”.
Già dalle sue prime opere (Environnement e Fenêtre), Tahara indaga la luce come fosse materia. Lo sguardo non è incentrato su un oggetto, ma “nuota” nello spazio e nella luce che diventa soggetto, protagonista, fondendo le emozioni in un’unica entità. Osserva la luce per decomporne l’aspetto materico, cerca la forma della luce stessa. Tahara distingue tra luce bianca e nera. Il bianco rappresenta i sentimenti, catturando la sensibilità e le emozioni: il paesaggio è illuminato e scolpito da questa luce. Il nero viene da dentro, incita la fantasia e la creatività come risultato di esperienze e conoscenze acquisite. Queste luci si fondono come un susseguirsi di ricordi e tratti. Famose sono le sue sculptures de lumière, grandiose installazioni luminose (a Tokyo, Hokkaido e molte a Parigi). Le sculture di luce hanno lo scopo di materializzare la luce e di diffonderla sul territorio che intende trasfigurare. Le stesse sue fotografie, negli ultimi anni, sono su supporti trasparenti, come il vetro piuttosto che la carta opaca, in modo da creare, come afferma l’autore, “una nuova luce, quasi universale”. Il Jardin de lumiere (Il Giardino della Luce) è la sua più rappresentativa installazione, in uno spazio pubblico vicino a Sapporo, in Giappone, sepolto in un metro di neve sei mesi dell’anno. Le sessantasei colonne di cristallo e i piatti liquidi giocano con la luce che risuona in movimento, imponendo una presenza misteriosa, un’eco di note come un accordo segreto tra il visibile e l’invisibile, il buio e la luce del giorno, la bellezza e la divinità.
L’artista, oltre ad aver ottenuto importanti riconoscimenti internazionali nel campo della fotografia, si occupa anche di architettura, moda e cinema mostrandosi così come un poliedrico della cultura e di culture.
In Italia Keiichi Tahara ha esposto nel 2004 al Castello di Tivoli, con 40 fotografie sul tema del barocco piemontese.