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    La mostra
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    [=== La === mostra ==]

    Yayoi Kusama, Fireflies on the Water, 2002. Mirrors, plexiglass, lights, and water, 111 × 144 1/2 × 144 1/2 in. (281.9 × 367 × 367 cm). Whitney Museum of American Art, New York; purchase with funds from the Postwar Committee and the Contemporary Painting and Sculpture Committee and partial gift of Betsy Wittenborn Miller 2003.322. © Yayoi Kusama. Photograph by Sheldan C. Collins



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    Yayoi Kusama. Infinito Presente
    17 NOVEMBRE 2023 – 21 APRILE 2024
    Palazzo della Ragione, Piazza Vecchia, Bergamo

    [= BOOK TICKETS =]

     

    Dal 17 novembre 2023 al 21 aprile 2024, Palazzo della Ragione a Bergamo sarà teatro di una straordinaria operazione artistica e culturale.
    Sarà infatti possibile visitare la mostra di  Yayoi Kusama (Matsumoto, Giappone, 1929) che porterà nel cuore della città orobica Fireflies on the Water una delle sue Infinity Mirror Room più iconiche, proveniente dalla collezione del Whitney Museum of American Art di New York.
    L’iniziativa, promossa da The Blank Contemporary Art e Comune di Bergamo, è curata da Stefano Raimondi.

    Il percorso espositivo approfondisce attraverso linee del tempo, documentazioni e filmati la poetica e l’opera dell’artista, creando infine uno spazio di condivisione fisica e digitale dell’esperienza vissuta. Al centro del percorso espositivo, Fireflies on the Water è un’installazione dalle dimensioni di una stanza pensata per essere vista in modo intimo, una persona alla volta. Come suggerisce il titolo, le luci sembrano quasi naturali, come lucciole in una tranquilla notte d’estate. La vasca d’acqua crea un incredibile senso di quiete. E quando si entra nello spazio gli specchi restituiscono infinite immagini di sé stessi, creando un ambiente siderale. Lo spazio appare infinito, senza cima né fondo, inizio né fine. Come nelle prime installazioni di Yayoi Kusama, tra cui l’Infinity Mirror Room (1965), Fireflies on the Water incarna un approccio quasi allucinatorio alla realtà. Sebbene legato alla mitologia personale dell’artista e al processo di lavoro terapeutico, quest’opera si riferisce anche a fonti varie come il mito di Narciso e il paesaggio giapponese nativo di Kusama.

    L’arte e la vita per Kusama sono indissolubilmente legate: nata in Giappone, a Matsumoto, nel 1929, la sua famiglia appartiene all’alta borghesia e aveva previsto per lei una precisa posizione nella società. Fin da bambina però Kusama inizia ad avere delle allucinazioni uditive e visive. 

    L’arte si rivela fin da subito un elemento necessario e terapeutico, con il quale gestisce le sue allucinazioni. Dedicandosi con grande dedizione allo studio dell’arte, nonostante il parere contrario della famiglia, rimase colpita dai dipinti dell’artista Giorgia O’Keeffe e decise di scriverle. Fu proprio dopo aver ricevuto la sua risposta che Yayoi Kusama decise nel 1958 di trasferirsi negli Stati Uniti, trasferendosi prima a Seattle e poi a New York. Qui all’inizio trova notevoli difficoltà nell’ambiente artistico, sia perché fortemente maschile che per le sue origini giapponesi, ma ben presto comincia a farsi notare con le sue opere. Già negli anni Sessanta Kusama consolida la sua posizione nell’avanguardia newyorkese e viene considerata una rivoluzionaria per l’epoca. 

    Dopo aver raggiunto la fama in tutto il mondo nel 1973 Yayoi Kusama torna in Giappone, dove nel 1977 si fa ricoverare spontaneamente in un istituto psichiatrico dove vive ancora oggi. Ma questo non le ha in alcun modo impedito di affittare un atelier davanti all’ospedale, in cui si reca ogni giorno per dipingere. In questi anni infatti ha continuato a scrivere e a lavorare, collaborando anche con celebri brand di moda e dedicandosi completamente alla sua ricerca, dipingendo quadri e scrivendo romanzi e poesie.

    © THE BLANK 2024
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