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    e - Francesca Battello, Paola Di Bello, Florence Henri, Larsen Albedo, Gabriel Stöckli
    e - Francesca Battello, Paola Di Bello, Florence Henri, Larsen Albedo, Gabriel Stöckli
    [= e ===== Francesca = Battello ====== Paola ==== Di ==== Bello ===== Florence === Henri == Larsen ==== Albedo === Gabriel == St === ckli =]
    LUOGO_E
    24.11.17 - 28.01.18

    Inaugurazione: venerdì 24 novembre, ore 18.30
    24 novembre 2017 – 28 gennaio 2018
    Orari: giovedì, venerdì, sabato, ore 14.00 – 18.00
    Via Pignolo 116, 24121 Bergamo
    tel. +39 035 247293
    gio-sab 14.00 – 18.00
    luogo.e@gmail.com
    www.luogoe.com



        [== LINK ==]

    e
    Francesca Battello, Paola Di Bello, Florence Henri, Larsen Albedo, Gabriel Stöckli

    E c’è un piccolo spazio che circonda la e quando si scrive e un piccolo intervallo di tempo quando si parla. Proprio a quel piccolo intervallo, a quel minuscolo spazio, a quella goccia in cui la e galleggia, va la nostra attenzione.
    Nel nostro nome, luogo_e, da una parte si lega a ciò che la precede, dall’altra si dona a ciò che potrà seguire. Da una parte è breve e sicura, dall’altra è indefinita e titubante.
    È questa esitazione che amiamo nella nostra e; è il suo essere soglia, il suo essere ancella.
    Ci piace il suo suono piano, quasi un respiro prolungato, ci piace quando è flebile e ci spaventa un po’ la sua certezza quando si accenta.
    Ma ancora di più ci piace quando è muta. Quando nei giochi dei bambini, nell’alfabeto muto, è uno svelto accarezzarsi l’occhio e la palpebra, tra il pollice e l’indice.
    La nostra e è questa carezza. È questa e dell’occhio che ci piace, la e delle cose che lo sguardo scopre.
    La prima mostra che inauguriamo – e che ci inaugura – è allora uno sguardo sulle varie declinazioni della e, non verbo accentato, ma congiunzione implicita nella cura di una mostra.
    Il raccordo di pensieri e forme che si riuniscono in un luogo.
    La e di Francesca Battello è una vista sul contemporaneo che ha perso il senso della e, sull’unione delle bandiere che non corrisponde all’unione dei territori.
    La e di Paola Di Bello è lo sguardo che non basta, il toccare con le dita che scalfisce la materia e trasforma l’astrazione della mappa in un territorio vissuto con il corpo.
    La e di Florence Henri è lo “spazio tra”, lo “spazio per”; è un diaframma, l’intervallo di cui la rappresentazione necessita, la distanza che riesce a colmare o accentuare.
    La e di Larsen Albedo non sta nell’alfabeto, non è fra le parole; è piuttosto un glifo, un simbolo: la si può trovare in un’equazione, fra le altre è la e che come + sta fra gli addendi 1 e 1.
    La e di Gabriel Stöckli è l’amalgama di definizioni note che si aprono a interpretazioni nuove; ma è anche è la convivialità, lo sfiorarsi di bicchieri che brindano al primo incontro.
    La non-e di Georges Perec ci insegna che una lettera proibita è vincolo e occasione.

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